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Cambiamento climatico
Nuovo avvertimento delle Nazioni Unite per il clima

Nuovo avvertimento delle Nazioni Unite per il clima

Tre nuovi report sono a dir poco allarmanti. Per questo un nuovo avvertimento delle Nazioni Unite per il clima sollecita i governi a rispettare gli impegni presi a Parigi.

Una nuova analisi delle Nazioni Unite avverte che, se non si faranno passi decisivi, il mondo entro il 2100 potrebbe rovinosamente raggiungere un riscaldamento tra + 2,6 e + 2,8°C al di sopra dei livelli preindustriali.

Questa previsione va ben oltre l’obiettivo di 1,5°C fissato dall’accordo di Parigi sul clima per evitare gli impatti più disastrosi del cambiamento climatico.

I nuovi report sul clima

Il “Rapporto sul gap di emissioni” del 2022, pubblicato lo scorso giovedì 27 ottobre, mostra la differenza (gap) tra quante dovrebbero essere le emissioni dei paesi per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi e i risultati oggettivamente ottenuti.

Il rapporto sul gap di quest’anno, combinato con un’altra analisi pubblicata mercoledì 26 ottobre, mostra uno scenario che deve far riflettere in previsione della prossima conferenza sul clima. La COP27 sarà a Sharm el-Sheikh in Egitto dal 6 al 18 novembre 2022. In quella occasione si solleciteranno ancora di più i paesi per ridurre le emissioni.

  • L’analisi, pubblicata ogni anno dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), ha un piccolo lato positivo: i valori più alti previsti del riscaldamento terrestre sono diminuiti nel tempo. Un decennio fa, raggiungevano i +4°C (7,2°F).
  • Quel livello superiore è sceso grazie al rapido dispiegamento di tecnologie per l’energia rinnovabile, ai progressi della scienza del clima e altri fattori.
  • “Il rapporto chiarisce che ci sono stati progressi”, ha affermato via e-mail Zeke Hausfather, responsabile della ricerca sul clima presso Stripe.
  • Tuttavia, gli studi hanno reso sempre più evidente che le conseguenze potenzialmente catastrofiche del riscaldamento globale potrebbero verificarsi con soglie di riscaldamento più basse di quanto si pensasse in precedenza.
  • Anche se le nuove previsioni sono inferiori rispetto alle precedenti edizioni del rapporto, è quindi probabile che un aumento compreso tra +2,6 e +2,8°C entro il 2100 significherebbe il baratro per alcune società e molti ecosistemi.
  • Il rapporto approfondisce i cambiamenti necessari in tutta la società, a partire da come il cibo viene coltivato, consumato e smaltito, fino a come viene generata l’elettricità.
  • Un’idea che sta già andando avanti è la formazione di partnership tra paesi in via di sviluppo e paesi industrializzati per aiutare a condividere conoscenze, tecnologie e finanziamenti per le tecnologie a basse emissioni di carbonio.

Gli impegni di Parigi non vengono rispettati

Anne Olhoff, autrice principale della relazione, in un’intervista ha dichiarato:

“Se siamo seriamente intenzionati ad avere la possibilità di mantenere la finestra aperta per raggiungere l’obiettivo delle temperature fissate con l’accordo di Parigi, siamo ben oltre una situazione in cui è sufficiente un cambiamento incrementale”.

Il rapporto ha rilevato che i paesi non hanno ancora tracciato alcun “percorso credibile” per raggiungere l’obiettivo di temperatura di 1,5°C previsto dall’accordo di Parigi.

  • Questo limite al riscaldamento potrebbe evitare maggiormente calamità come la morte dei coralli tropicali e lo scioglimento di vaste porzioni della Groenlandia e dell’Antartide.
  • Olhoff inoltre ha affermato che gli impegni presi durante il vertice COP26 sul clima dello scorso anno a Glasgow ridurrebbero le emissioni previste nel 2030 di meno dell’1%.

L’avvertimento delle Nazioni Unite per il clima

Lo studio ha portato alla conclusione che le politiche in atto ora, qualora non venissero ulteriormente rafforzate, produrrebbero un riscaldamento di +2,8°C entro il 2100.

  • Se tutti i paesi rispetteranno i loro impegni sulle emissioni incondizionate, il che significherebbe la loro indipendenza dall’assistenza di altre nazioni, il riscaldamento potrebbe essere mantenuto un po’ più basso, a +2,6°C (4,68°F).
  • E se tutti gli impegni incondizionati e condizionali venissero rispettati, le temperature potrebbero essere mantenute ad un riscaldamento di + 2,4°C (4,32°F).
  • Potrebbero essere raggiunti anche livelli di riscaldamento più bassi se l’obiettivo zero-emissioni a lungo termine venisse tradotto in obiettivo di basse emissioni a breve termine, cosa che la maggior parte dei paesi deve ancora fare.

Un rapporto separato delle Nazioni Unite, pubblicato martedì 25 ottobre, ha esaminato gli impegni rivisti in materia di emissioni dei paesi e ha scoperto che, se venissero pienamente attuati, potrebbero evitare che le emissioni globali raggiungano il picco prima del 2030.

Ad ogni modo, il raggiungimento dell’obiettivo di un tetto massimo di +1,5°C richiederebbe una riduzione del 45% delle emissioni rispetto ai livelli del 2010, da qui il nuovo avvertimento delle Nazioni Unite per il clima.

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Articolo originale in inglese su Axios

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